Nelle conclusioni del Comitato Centrale dell’11 gennaio, il
segretario generale della FIOM ha richiamato al rispetto del contratto
nazionale approvato dalla consultazione di fine dicembre. Con molta
chiarezza ha dichiarato che il contratto nazionale, una volta votato, è
valido e va rispettato in ogni sua parte, da tutti. Ogni ipotesi di
contrasto mancherebbe di rispetto al voto della maggioranza dei
metalmeccanici e delle metalmeccaniche.
L’esempio che lui stesso ha portato non lascia dubbi: il contratto
prescrive che d’ora in avanti tutti i premi di risultato siano
variabili. Questo significa che così deve essere e che quindi anche la
FIOM si impegna a non chiedere da nessuna parte premi fissi. Tutto ciò
con buona pace di tutti quelli che nelle assemblee ci hanno attaccato
dicendo che non era vero che d’ora in poi i premi sarebbero stati tutti
variabili, perchè comunque nella contrattazione li avremmo riconquistati
fissi. Quello dei premi variabili è soltanto un esempio. Landini stesso
ha detto che è così per tutto il resto. Evidentemente quindi anche
sulla flessibilità, sullo straordinario, sull’assorbibilità dei minimi.
Landini ha anche sottolineato che chiunque si candiderà nelle liste
della FIOM deve sapere che queste sono le regole, ammonendo senza mezzi
termini chiunque pensi di seguire altre strade.
Davvero stentiamo a capire come si possa pensare una cosa simile.
Saremmo arrivati al paradosso che un contratto nazionale può essere
peggiorato attraverso le deroghe ma non migliorato attraverso la
contrattazione di secondo livello. Se applicato, sarebbe la fine della
contrattazione acquisitiva. Non capiamo nemmeno quali possano essere i
fondamenti giuridici su cui si basa il ragionamento del segretario
generale della FIOM e nemmeno come possa pensare di impedire, a norma di
Statuto, a una RSU di provare a contrattare condizioni migliori.
Questo comportamento supera persino il Testo Unico sulla
rappresentanza, a cui, paradossalmente, la FIOM dà applicazione prima di
qualunque altra categoria e in modo più brutale, minacciando essa
stessa conseguenze di tipo sanzionatorio per chi dovesse dissentire.
Pensiamo che non ci sia fondamento in questa logica, né giuridico né
statutario, tanto meno sindacale. Non ci sono strumenti per impedire a
una RSU nella sua autonomia https://sindacatounaltracosa.org/2017/01/12/landini-ammonisce-il-ccnl-va-rispettato-guai-a-chi-contratta-condizioni-diverse/di provare a chiedere condizioni migliori
rispetto a quanto stabilito dal contratto nazionale. Il problema vero
saranno i rapporti di forza. Ma il segretario generale della FIOM lasci
che a dire di no siano i padroni.
Anche per queste ragioni diamo appuntamento a tutte e tutti il 24 gennaio a Firenze alla assemblea dei delegati e delle delegati.
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