Solidarietà con le lotte in Francia. Gréve GENERALE!

Perchè il vostro maggio non faccia a meno del nostro coraggio.

Scarica il volantino. La loi du travail è un regalo alle imprese e un colpo alle lavoratrici e ai lavoratori, con l’allungamento degli orari e il taglio dei salari, la destrutturazione dei contratti collettivi e la libertà di licenziamento.
In particolare:
– si porta con deroghe la giornata lavorativa fino a 12 ore e la settimana sino a 60 ore in caso di “circostanze eccezionali”;
– si deroga agli aumenti salariali per il lavoro straordinario stabiliti dai contratti;
– si può licenziare non solo in caso di cessazione dell’attività o di ristrutturazione, ma anche soltanto dopo due mesi di perdite d’esercizio;
– si abbassano i massimali nei risarcimenti per i licenziamenti illegittimi;
– si prevede l’imposizione di accordi aziendali con referendum, purché indetti da sindacati che abbiano almeno il 30% dei consensi;
– si introduce la possibilità di una compressione salariale fino a due anni, non soltanto per mantenere l’occupazione (una sorta di contratti di solidarietà) ma persino per espandere gli affari e conquistare nuovi mercati;
– infine, ma è il fulcro principale della riforma, la supremazia degli accordi aziendali su quelli di settore.
In poche parole, è il Jobs act alla francese, tanto che il primo ministro Valls non ha esitato a dichiarare che proprio a questo è ispirata. Ma rispetto all’Italia, è palese la differenza! In Francia stiamo assistendo a una mobilitazione determinata e prolungata, con ripetuti scioperi generali e di settori, con percorsi di convergenza, unificazione e generalizzazione di tutte le lotte contro il governo e il padronato (Nuit debut), nonostante la durissima repressione e lo stato di emergenza dichiarato dopo gli attentati dello scorso dicembre. In Italia, la Cgil nell’autunno 2014 ha frenato e poi spento il movimento, che pure stava nascendo. I lavoratori e le lavoratrici erano disponibili a mobilitarsi. Chi è mancato sono stati i vertici sindacali. Così come manca oggi la volontà da parte della Cgil di tenere insieme gli scioperi per i rinnovi contrattuali che, pur tra mille contraddizioni, stanno interessando le più importanti categorie: i metalmeccanici e le metalmeccaniche, i servizi e la grande distribuzione, la scuola e il pubblico impiego. Di nuovo, chi manca sono i vertici sindacali.
Dalla Francia, come dalle esperienze che ancora resistono in Italia, bisogna prendere l’esempio per far ripartire il conflitto e costringere i sindacati alle proprie responsabilità. Non è possibile che mentre a Parigi si lotta, in Italia si raccolgono firme ai banchetti!
Al movimento francese va tutta la nostra solidarietà, ma più che a parole dobbiamo esprimerla con la ripresa delle lotte su scala europea, come già sta accadendo in Grecia e in Belgio. Per questo, ci impegniamo a rilanciare la mobilitazione contro le politiche di austerità europee, rappresentate pienamente dal governo Renzi.

Sindacatoaltracosa – Opposizione Cgil

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