Fiom Pisa, Piaggio: "Questi i motivi per cui non abbiamo firmato l'accordo sulla mobilità"

Lavoratori, 
nella giornata del 5 Febbraio scorso si è tenuto un incontro presso l'Unione industriale Pisana tra la Direzione aziendale di Piaggio e le Organizzazioni Sindacali per dare continuità all'accordo sindacale sottoscritto il 15 Ottobre 2015. Come ben sapete, quell'accordo non è stato sottoscritto dalla nostra organizzazione per diverse ragioni: in primo luogo perchè il numero dei passaggi da Part Time Verticale a Full Time a nostro avviso è risultato del tutto insufficiente ( 15% di passaggi rispetto al numero di quelli andati in mobilità ), ma soprattutto perchè in quel contesto, la Piaggio, non ha dato risposte esaurienti in merito alle prospettive produttive ne tantomeno a quelle occupazionali. Va chiarito innanzitutto che la nostra Organizzazione non è affatto contraria, nè all'utilizzo degli ammortizzatori sociali, nè tantomento alla mobilità incentivata, anzi, la FIOM più di ogni altra organizzazione, è firmataria di accordi di questo tipo in moltissime aziende che purtroppo sono alle prese con gli effetti della crisi, dalla quale non si intravede l'uscita. Ma in Piaggio la situazione è assai diversa: questa azienda oltre alla crisi di mercato sui veicoli prodotti a Pontedera, ha scelto, ormai da anni, di dirottare gran parte delle produzioni fuori dall'Italia. Questo è il punto: a Pontedera si fa ricorso in maniera massiccia agli ammortizzatori sociali e contestualmente si va a produrre da altre parti! Inoltre, per quanto ci riguarda, abbiamo più volte denunciato anche la cattiva gestione dei Contratti di Solidarietà, che, come abbiamo avuto modo di dire anche nei giorni scorsi, è per certi aspetti arbitraria e contiene al suo interno degli elementi discriminanti nei confronti di alcuni lavoratori e delegati sindacali. La FIOM, durante l'incontro ha inoltre ricordato che a seguito della recente riforma degli ammortizzatori sociali che ne ha comportato un drastico ridimensionamento, se non si mettono in essere da parte di Piaggio politiche industriali di internalizzazione di nuove lavorazioni e in mancanza di una ripresa generale dell'economia, di cui non se ne vedono segnali, di qui a poco tempo, una volta terminati gli ammortizzatori, si aprirebbe, inevitabile, la strada ai licenziamenti. La delegazione della FIOM-CGIL quindi, per le ragioni di cui sopra, pur partecipando al tavolo della trattativa, non ha potuto far altro che prendere atto della permanenza di tutti quegli elementi negativi che non ci hanno permesso di sottoscrivere il precedente accordo del 15 Ottobre u.s. e in conseguenza di ciò non sottoscrivere neppure l'accordo in questione, in quanto, del tutto in continuità col precedente. Spiace constatare oltretutto, che le altre organizzazioni sindacali non si rendano conto di questa situazione, ma che anzi la subiscano passivamente. Prova ne è la sottoscrizione di un accordo che, come abbiamo detto (basta leggerlo!) non pone nessuna condizione di miglioramento per le prospettive future. In questo contesto, anche la petizione pubblica per il Rilancio della Valdera portata avanti da FIM e UILM, appare più come un paravento alla loro subalternità a Piaggio e un modo di scaricarsi dalle responzabilità, che non come una iniziativa a sostegno di una vertenza che nei fatti dimostrano di non volere! Qualcuno davvero può credere che vi possa essere un qualche rilancio della Valdera, dell'indotto Piaggio e dell'intera provincia, senza nemmeno porsi il problema di cosa si fa nella principale azienda della provincia? La FIOM-CGIL, al contrario, propone di rimettere in discussione la pratica sindacale portata avanti per tanti anni in Piaggio, rilanciandola con una proposta concreta di nuove politiche industriali ed occupazionali che partendo proprio da Piaggio possano arrestare l'inarrestabile declino dell'intera nostra provincia a cominciare proprio dalle aziende dell'indotto.  

Fiom-Cgil Pisa 

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