Sulla
situazione produttiva alla Piaggio vengono fatte circolare
informazioni parziali, strumentali per scoraggiare l’iniziativa
sindacale. L’interesse dei lavoratori è di mettere in chiaro come
stanno realmente le cose.
In cosa consiste
la crisi della Piaggio?
Il
fatturato totale è stato di circa 1200 milioni di euro nel 2014, ed
è diminuito di 500 milioni dall’inizio della crisi nel 2008. La
diminuzione è interamente dovuta al crollo del mercato in Europa e
soprattutto in Italia, specialmente degli scooter. Solo in Italia,
gli scooter venduti da tutte le marche sono stati 126.000 nel 2014,
contro i 405.000 del 2007, e i ricavi Piaggio dalle vendite in
Italia sono diminuiti, nello stesso periodo, di 415 milioni,
corrispondenti quasi all’intero calo del fatturato.
Il
parco circolante delle due ruote in Italia è di 8 milioni ed è
costante da quindici anni. Questo dice che l’uso delle due ruote
non è in discussione, e perciò prima o poi i mezzi dovranno essere
rinnovati. D’altra parte, un simile calo delle immatricolazioni è
avvenuto diverse volte in passato ed è sempre stato solo
temporaneo. In più, il calo dell’euro sta rendendo più
competitivi, rispetto ai concorrenti giapponesi, i prodotti Piaggio
sul mercato europeo.
E’ vero che
solo la produzione e le vendite in Estremo Oriente permettono alla
Piaggio di mantenere la produzione in Italia?
NO:
Nel 2014 le vendite in Europa e Nord Africa sono state di 700
milioni, contro 500 tra India ed Estremo Oriente. I dipendenti sono
3750 in Italia e 3500 in Asia. Anche considerando i semilavorati
prodotti in Asia, la produttività del lavoro in Italia risulta non
inferiore a quella in Asia.
I
profitti, cioè la differenza tra ricavi e costi, sono circa 210
milioni in Europa e150 in Asia.
Quali sono le
prospettive della produzione in Italia?
DI
RIPRESA: L’andamento della produzione e delle vendite, della
Piaggio come dei produttori asiatici, dimostra che il mercato europeo
e quello dell’Asia sono sostanzialmente separati e diversi per
dimensioni delle vendite e caratteristiche dei prodotti. Inoltre,
negli ultimi quattro anni, sia i dipendenti che le vendite Piaggio
in Asia sono rimasti pressoché costanti, nonostante l’incremento
del mercato asiatico. Il mercato europeo, a cui è rivolta la
produzione italiana, rimane perciò in prospettiva il più grosso per
la Piaggio e non può essere coperto dalla produzione in Asia. Nei
prossimi anni è prevedibile una sua forte espansione, a cui si
aggiungeranno i mercati del Nord Africa e del Medio Oriente. La
Piaggio lo sa bene e aspetta solo la ripresa del mercato; nel
frattempo tiene i lavoratori in Cassa Integrazione e in Solidarietà
e usa le attuali condizioni di ricattabilità per incassare il
massimo su flessibilità, ritmi e orari di lavoro.
La Piaggio ha i
margini per pagare il premio di produzione e per aumenti salariali?
AMPIAMENTE:
Negli ultimi tre anni, nonostante la sua “crisi”, i profitti
dichiarati in bilancio dalla Piaggio (Margine lordo) sono tra i 350 e
i 400 milioni di euro.
Il
premio annuale non pagato, 1200 euro, ammonta a 3,5 milioni annui
per l’intero stabilimento di Pontedera. Negli ultimi tre anni,
sono stati invece distribuiti agli azionisti dividendi per 60
milioni. E tra interessi bancari (sui soldi con cui Colaninno ha
comprato la Piaggio), spese legali e pubblicità la Piaggio spende
ogni anno tra gli 80 e i 90 milioni.
Quali sono stati
in definitiva gli effetti della crisi e delle scelte della Piaggio?
- La quota del
profitto rispetto al fatturato è rimasta sempre costante, intorno al
30 per cento
- Gli azionisti
hanno continuato a ricevere i loro dividendi e i dirigenti i loro
lauti compensi
- Le banche hanno
avuto i loro interessi, anche crescenti
- I lavoratori Piaggio hanno subito la riduzione dei salari e
dell’occupazione e l’aumento della ricattabilità, dei ritmi,
della flessibilità, delle malattie professionali
- Per i lavoratori
dell’indotto in Valdera solo licenziamenti
- Sull’INPS, e
perciò su tutti i lavoratori, sono ricaduti i costi della CIG e
della Solidarietà
Gli interessi dei
lavoratori sono stati tutelati dalla politica sindacale?
Gli
ultimi contratti aziendali sono stati firmati nel 2004 e nel 2009.
Nel 2004 le vendite erano in aumento e la situazione favorevole ai
lavoratori; ma, per compiacere il nuovo padrone Colaninno, il
contratto prevedeva aumenti salariali ridicoli (a nove anni dal
contratto precedente) e impegni sull’occupazione generici in
cambio della mano libera all’azienda su ritmi di lavoro e
flessibilità. Nel 2009, a crisi già iniziata, il premio di
produzione è stato vincolato ad aumenti produttivi decisi
dall’azienda e di fatto impossibili nella situazione di crisi.
Risultato: premio dimezzato negli ultimi tre anni. Gli stessi che
hanno firmato quei contratti hanno invece boicottato in tutti i modi
la piattaforma approvata dai lavoratori nel Referendum del 2012, che
finalmente “pretendeva” di aprire con l’azienda una vertenza a
partire dagli interessi dei lavoratori.
Subordinare
gli interessi dei lavoratori alle esigenze e alle scelte dell’azienda
ha perciò poco a che vedere con la crisi, ed e` piuttosto una
costante della politica della maggioranza sindacale in Piaggio. Sono
anzi i risultati di questa politica che costringono oggi i lavoratori
a scontrarsi da una parte con ritmi di lavoro insostenibili,
dall’altra con lunghi periodi di CIG e di Solidarietà.
Che fare?
Prima
di tutto aver chiaro che, anche per tutte le concessioni ottenute in
passato, alla Piaggio restano ampi margini economici per ridurre i
ritmi di lavoro, pagare l’intero premio di produzione e
stabilizzare i PTV.
La
seconda cosa da avere chiara è che per riprendere il terreno
perduto, noi lavoratori dobbiamo scontrarci direttamente con la
Piaggio e perciò colpire con gli scioperi la produzione.
Nell’immediato,
occorre contrastare, linea per linea, ogni ulteriore arbitrio su
ritmi di lavoro, straordinari, flessibilità e condizioni di
sicurezza, come hanno fatto i lavoratori della linea 6 alla 2R, che
sono stati capaci di scioperare per tre settimane.
Appena
le condizioni saranno più favorevoli, bisogna aprire uno scontro in
tutta la fabbrica sugli obiettivi generali della nostra Piattaforma.
RSU FIOM PIAGGIO
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