Intervento di Paolo Brini all'assemblea nazionale dei delegati Fiom

Compagni 
Penso che la nostra organizzazione, la Cgil, si trovi oggi a dover affrontare e risolvere un problema di fondo. Il governo ha dichiarato guerra ai lavoratori e al sindacato, o meglio ha dichiarato guerra ai lavoratori e alla Cgil. In piena coerenza e nel rispetto di quanto previsto dalla lettera della BCE del 2011 inviata all'allora governo italiano e che portò alla caduta di Berlusconi ed all'inizio dei governi di unità nazionale. Una lettera che, lo ricordo, prevedeva come punti essenziali proprio l'abolizione dell'art.18, la libertà di licenziamento, la cancellazione dello statuto dei diritti dei lavoratori e del sindacato in fabbrica. Il problema di fondo è che in questi anni la Cgil ha dimostrato di non avere la volontà e il coraggio di rispondere adeguatamente a questo attacco, a creare il conflitto a rispondere alla guerra di classe con la guerra di classe. Questo problema è a maggior ragione dirimente oggi che è stata convocata una manifestazione nazionale, proprio per le cose che venivano dette nella relazione, e cioè che questa volta non possiamo fare finta. Non possiamo scaldare i motori e poi limitarci a proclamare tre misere orette di sciopero come per le pensioni e andare dai lavoratori a dire "scusate abbiamo scherzato". Non possiamo permettercelo. Renzi ha strumentalmente chiesto dove sia stata la Cgil in questi anni. La Cgil in questi anni è stata legata mani e piedi alla logica dell'unità nazionale, della troika e dell'austerità ed è stata totalmente subalterna al Partito Democratico; la situazione in cui ci troviamo oggi ne è la disastrosa conseguenza. Subalternità non solo politica e sindacale ma prima ancora ideologica. Quando sento parlare i nostri dirigenti mi dico che abbiamo totalmente perso qualsiasi capacità di analisi e visione di classe della situazione. Rincorriamo Renzi sul suo terreno demagogico. Questo personaggio si inventa che è un "modernizzatore, per il cambiamento, per l'innovazione", usa questa demagogia vuota per creare fumo e non far capire cosa c'è dietro, ovvero una macelleria sociale ai danni della classe lavoratrice e i nostri dirigenti anzichè smascherarlo lo rincorrono sul suo stesso terreno. Poi sento diversi nostri dirigenti lamentarsi perchè Renzi gode ancora di molto consenso. Ma se noi non forniamo alla nostra gente una chiave di lettura alternativa, di classe come possiamo aiutarla a capire qual è la vera natura di questo governo e creare così quella consapevolezza necessaria a costruire il nostro consenso e i rapporti di forza? Questa subalternità, apparsa in maniera lampante proprio ieri (24 settembre Ndr), porta i nostri dirigenti a perdere qualsiasi contatto con la realtà. Da un lato Camusso proclama la manifestazione nazionale per il 25 ottobre, ma dall'altro su tutti i giornali apre alla trattativa sull'articolo 18 col governo. Io, quando ho letto i quotidiani mi sono detto "ma non era Bonanni ad aver aperto sull'art.18? ci siamo già allineati?" Poi mi sono chiesto "trattativa?" Quale trattativa? Qualcuno pensa davvero che a Renzi interessi aprire una trattativa su una qualsiasi cosa con la Cgil? Qualcuno pensa davvero che Renzi consideri la Cgil un suo interlocutore? Gli unici interlocutori di Renzi sono i padroni e i banchieri punto! Quindi noi abbiamo già ceduto sull'articolo 18 "aggratis". E Questi sarebbero i nostri dirigenti? L'ultimo dei nostri delegati neoeletti, il più inesperto, saprebbe fare cento volte meglio. Forse non è chiara la portata di questa offensiva. Se passa questa linea del governo non ci troveremo di fronte a decine di migliaia di esuberi, ci troveremo davanti a centinaia di licenziamenti politici, perché l'obbiettivo è far fuori dalle fabbriche quei compagni, quadri, delegati e militanti che rompono le scatole e che si battono per la dignità e i diritti dei lavoratori. E davanti a una cosa di questa portata sento i dirigenti della Cgil affidarsi e sperare negli emendamenti della minoranza del PD? Quindi mi state dicendo che noi dovremmo sperare in Pippo Civati, lo Sbirulino della politica italiana? Ma state scherzando o dite davvero? Proprio perché non c'è nessuna trattativa oggi è politicamente, prima ancora che tatticamente, sbagliato accettare di discutere su alcun tema o terreno avanzato dal governo. Perché questo significa cedere e indebolire noi e rafforzare loro. Oggi non si può "proporre", oggi si deve "rivendicare" e si deve far vivere le nostre rivendicazioni nei luoghi di lavoro tra gli operai e costruire quei rapporti di forza necessari a costruire e reggere il conflitto che è e sarà un conflitto enorme e difficilissimo. Per questo credo che noi domani dobbiamo uscire da questa assemblea con un messaggio forte e chiaro: la Fiom fa sul serio e condurrà questa battaglia e questo scontro fino in fondo, costi quel che costi senza se e senza ma. Con la Cgil se ci sarà anche e finchè ci sarà anche la Cgil. Da sola se sarà necessario. E questo messaggio deve arrivare forte e chiaro al governo, ai padroni e alla Cgil! 
Grazie

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