Negli
ultimi anni non abbiamo visto nessuna seria reazione da parte della
CGIL ai tagli pesantissimi al salario, alle condizioni di lavoro
e ai diritti. Sulla rapina delle pensioni nemmeno una giornata di
sciopero. Sull’articolo 18, di fronte alle lotte e alle reazioni in
tantissime fabbriche, la CGIL ha isolato lavoratori e concordato in
sostanza la cancellazione dell’art.18. Sono stati firmati
contratti nazionali e aziendali con aumenti salariali irrisori e
grossi cedimenti su tutte le condizioni di lavoro.
La
direzione della CGIL ha la piena responsabilità della difficile
situazione di oggi. Ha condiviso e continua a condividere una
politica economica e sociale che coglie ogni occasione per colpire
duramente i lavoratori e che subordina sempre nostri interessi a
quelli dei padroni e delle classi parassitarie.
E’
una politica che si regge su due menzogne, ripetute tutti i
giorni da stampa e televisione:
- che i lavoratori non abbiano la forza di rivendicare una politica economica e sociale rispondente ai loro interessi
- che i cedimenti servono a uscire dalla crisi, e allora si potrà avere qualcosa in cambio.
Sui
rapporti sindacali nelle fabbriche, la direzione della CGIL non ha
sostenuto la resistenza degli operai di Pomigliano e Mirafiori di
fronte al ricatto di Marchionne. Alla fine, mentre la Corte
Costituzionale bocciava le pretese della FIAT, la CGIL le riconosceva
pienamente con gli accordi sulle rappresentanze.
Sappiamo
bene che il Congresso non porterà al rovesciamento di questa
politica e alla sostituzione di questo gruppo dirigente. Ma
riteniamo necessario e importante che nei posti di lavoro sia
presentata e argomentata una posizione e una prospettiva
completamente diversa, di difesa intransigente e di ripresa
dell’iniziativa sindacale così come già avviene in diverse
fabbriche.
- Dobbiamo avere coscienza che non stiamo chiedendo l’elemosina, ma al contrario l’intera vita sociale si regge sul nostro lavoro.
- Con le politiche economiche degli ultimi 15 anni, i lavoratori dipendenti hanno perso più di 120 miliardi della ricchezza annua prodotta, corrispondenti a poco meno di 10.000 euro l’anno per lavoratore, a vantaggio dei padroni e dei parassiti. Ci sono perciò tutte le condizioni per aumenti salariali sostanziali e per servizi pubblici di qualità ben diversa.
- Con gli scioperi e le manifestazioni sull’art.18, con la resistenza a Pomigliano e Mirafiori, i lavoratori hanno dimostrato di avere la dignità e la forza necessaria per difendere i propri diritti. Lo sanno tutti così bene, che qualche giorno fa è stato firmato, ancora una volta anche dalla CGIL, un accordo che sanziona i delegati di fabbrica che indicano scioperi o sostengano le proteste dei lavoratori contro l’applicazione di contratti firmati.
Al di là
dell’esito del Congresso, la cosa più importante è che i
lavoratori e i delegati che condividono queste critiche e questa
prospettiva stabiliscano sul territorio rapporti duraturi, di
confronto su tutte le questioni aperte e di iniziativa nei luoghi di
lavoro.
Si
tratta di affermare una pratica sindacale coerente, trasparente e non
clientelare, in cui i lavoratori discutano e decidano realmente su
rivendicazioni, piattaforme, accordi, come anche cerchiamo di fare
alla Piaggio da diversi anni.
Lavoratori FIOM Piaggio per il documento 2
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