Importante sentenza del giudice del lavoro di Roma su buone prassi in salute e sicurezza e videosorveglianza dei lavoratori

Pubblichiamo il testo della sentenza emanata negli scorsi giorni, la prima relativa all'argomento delle buone prassi dopo l'emanazione del D.Lgs. 81.

Un primo commento sulla sentenza del prof. Vittorio Angiolini che per la Cgil ha presentato il ricorso:

"Inviamo la prima decisione del Giudice del lavoro di Roma sulla "buona prassi" in materia di videosorveglianza. La decisione, a spese compensate, dichiara "il difetto assoluto di giurisdizione", ossia che questa materia non è passibile di tutela giurisdizionale, formalmente respingendo dunque il nostro ricorso. In questa parte, ad avviso mio ma anche dell'Avv. Sergio Vacirca che mi legge in copia, la decisione è sbagliata. Tuttavia, nel motivare e nella sostanza, la decisione precisa che non c'è tutela giurisdizionale, contro la "validazione" delle "buone prassi", perché l'atto di validazione della competente Commissione "non ha valenza autoritativa e, come tale non è in grado di incidere sui diritti dei lavoratori". Sicché, (…) "il comportamento adottato da ogni singola impresa potrà sempre essere sindacabile dinanzi al giudice che, se accerterà comportamenti (…) difformi dalle disposizioni di legge in materia di sicurezza del lavoro e in violazione dei diritti dei lavoratori, sanzionerà siffatti comportamenti". L'atto di validazione della buona prassi rimarrebbe, pertanto, "privo di effetti se contra legem".

In pratica, in questa sua parte, e nella sostanza, la decisione del Giudice del lavoro dice che la validazione come "buona prassi" non può consentire alla videosorveglianza, nelle singole imprese, di superare né l'art. 4 St. lav. né la legge sulla protezione dei dati, dovendosi la conformità a tale legislazione, ed in genere ai diritti dei lavoratori, essere valutata volta a volta. E, per questo aspetto, il pronunciamento potrebbe non solo non andare contro le nostra ragioni, ma addirittura essere per noi satisfattiva; purché, naturalmente, alla necessità che il rispetto dei diritti dei lavoratori sia verificato in ciascuna singola situazione di videosorveglianza, e quindi a questo orientamento del Giudice del lavoro di Roma, sia data idonea pubblicità e diffusione. Teniamo anche presente che, almeno attraverso il suo Avvocato e nel corso dell'Udienza, l'INAIL si è dichiarato disponibile a pubblicizzare esso stesso la necessità del rispetto dei diritti dei lavoratori. Ed i nostri rappresentanti nella Commissione di validazione potrebbero, perciò, adoperarsi in questo senso.

Tutto ciò considerato, ci sentiremmo di consigliare  di valorizzare il contenuto positivo della decisione, dando la massima diffusione alla necessità, chiaramente affermata dal Giudice del lavoro, che la videosorveglianza, prima di essere svolta e nonostante la sua validazione come "buona prassi", sia verificata in ogni singola situazione come conforme a legge e non lesiva dei diritti dei lavoratori.




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