La decisione assunta dal Comitato Centrale della Fiom lo scorso 3 ottobre è per noi profondamente sbagliata

Al Segretario generale nazionale Fiom, Maurizio Landini. 
Ai componenti del Comitato Centrale Fiom 

La decisione assunta dal Comitato Centrale della Fiom lo scorso 3 ottobre di estromettere dalla Segreteria nazionale il Compagno Sergio Bellavita, è per noi profondamente sbagliata e priva di alcun fondamento di incompatibilità. Da tale decisione, non solo emerge con estrema chiarezza la precisa volontà a voler cancellare ogni forma di confronto politico e di dissenso, ma legittima la crescente e sempre più diffusa torsione autoritaria nell'ambito delle strutture territoriali della nostra Organizzazione. Manifesta altresì la precisa volontà di trasformare i rapporti interni nell'ambito degli Organismi dirigenti a tutti i livelli. Sostituendo la dialettica di posizioni e la lealtà politica con un rapporto di sudditanza basato su un patto di fedeltà. Sergio Bellavita era e rimane, nell'ambito della nostra Organizzazione, riferimento ed espressione politica di lavoratrici e lavoratori, di delegate e delegati che con tenacia e convinzione hanno sostenuto, in fase congressuale, la mozione de La Cgil che vogliamo. Mozione per cui contenuti, è bene ricordarlo, la maggioranza degli Organismi dirigenti della Fiom sono stati eletti. Il dato politico più rilevante che emerge da questa vicenda è dunque, a nostro avviso, proprio questo: la netta contraddizione rispetto ai valori e agli obiettivi fondanti ricevuti dal mandato congressuale. Infatti: al superamento delle cooptazioni si contrappone la diffusa pratica di nominare i membri degli Organismi dirigenti senza alcun rapporto con le istanze di base. Dai componenti dei Comitati degli Iscritti di fabbrica (come quelli della FPT Industrial e della Alenia Aermacchi di Foggia che benché siano stati ritenuti illegittimi dal Collegio di Verifica nazionale della Fiom restano ancora in piedi) sino alle cooptazioni per il Comitato Centrale; agli impegni assunti per una battaglia a favore dell'estensione dell'art. 18; dell'universalità degli ammortizzatori sociali ed il superamento dei massimali per la Cig; dell'estensione ed il prolungamento dell'indennità di disoccupazione, si constata la drammatica sconfitta su art. 18 e pensioni. Sconfitta giunta, dato da non sottovalutare, senza neanche aver provato a lottare. alla riconquista del Contratto nazionale si propone, in cambio di regole certe che riconoscano l'agibilità della Fiom in materia contrattuale, un accordo ponte che, in sostanza, apre alle deroghe previste dall'accordo interconfederale del 28 giugno 2011. Accordo, quello del 28 giugno, che ha cancellato valore e finalità al Contratto nazionale e che oggi viene paradossalmente usato come riferimento di democrazia. alla ricostruzione di una vera democrazia, dal basso, basata su una assiduità di rapporto e di dialogo; ad una pratica contrattuale fondata sul diritto delle lavoratrici e lavoratori a decidere con voto segreto e vincolante su piattaforme e accordi, si registra un crescente centralismo ed una sostanziale autoreferenzialità che spinge, la Fiom, tramite le proprie strutture territoriali e/o nazionali, a sottoscrivere accordi senza alcuna verifica di consenso. Spesso in disaccordo con la stessa Rsu Fiom (come, ad esempio, nel caso dell'introduzione dei 21 turni presso lo stabilimento Alenia Aermacchi di Foggia) o peggio ancora ignorando la volontà delle lavoratrici e dei lavoratori (caso Piaggio). Alla necessità di attuare un ricambio generazionale dell'Organizzazione, si contrappone l'argine costituito dalla continua ricollocazione dell'attuale gruppo dirigente. In alcuni casi tale pratica arriva ad opporsi alle stesse disposizioni sancite dallo Statuto Fiom, con funzionari (è il caso del Segretario generale della Fiom di Foggia) che eccedono, e dunque violano, il vincolo di mandato dopo otto anni di incarico. Che, dunque, vi sia stato un mutamento della linea politica ai vertici nazionali della Fiom è fin troppo evidente. Che la colpa maggiore di Bellavita sia stata quella di ostacolare questa metamorfosi, quella di continuare a lottare per dare continuità al tracciato congressuale è altrettanto palese. Rivendichiamo, pertanto, la necessità di dare continuità alla linea emersa dal XXV Congresso Nazionale. La necessità di costruire, organizzare, e perché no, guidare il riscatto sociale per l'intero mondo del lavoro. Perché una Fiom che dice battersi per estendere la democrazia nei luoghi di lavoro e al tempo stesso reprime il dissenso e la libera circolazione di idee; una Fiom che chiede a Marchionne e alla Federmeccanica di rispettare gli accordi, le leggi, la Costituzione e al tempo stesso non è capace di rispettare essa stessa le regole che si è data, permettendo, nonostante le numerose denunce che giungono dai territori, la continua violazione delle norme statutarie, rischia di divenire una Fiom di carta. 

Foggia, 06 ottobre 2012 

I componenti del Comitato Direttivo territoriale Fiom Foggia 
Leonardo Diomede Marco Potenza Fabio Rispoli


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