Pensioni: una continua rapina ai lavoratori


E’ dal, ’95 che i governi tagliano le pensioni, in sostanza solo per trasferire i soldi dei lavoratori ad altre classi sociali. Approfittando della crisi economica, l’attuale governo ha fatto l’intervento più pesante, con argomenti senza fondamento, sostenuti solo da una propaganda battente fatta di bugie e falsità.
Smascherare queste bugie è importante perché i lavoratori abbiano chiaro che ci sono tutte le ragioni e le possibilità per riaprire la questione pensioni e riprendere i soldi e i diritti che gli appartengono.
Per rispondere a questa propaganda basta leggere nei Bilanci dell’INPS le cifre che il Governo e i padroni non dicono mai.

Le pensioni sono una parte della spesa dello Stato?
NO, sono una parte del salario, pari a circa un terzo del totale del costo del lavoro, accantonata e gestita dell’INPS. Sono iscritti all’INPS:
- tutti i lavoratori dipendenti del settore privato, che formano il Fondo Lavoratori Dipendenti
- i dirigenti e altre categorie che in origine avevano enti previdenziali separati
- gli artigiani, i commercianti e i contadini.
I contributi degli iscritti sono usati per pagare le loro pensioni e (per meno del 20 per cento) le prestazioni temporanee (malattia, CIG, disoccupazione, mobilità, assegni familiari, ecc.)
Inoltre l’INPS gestisce, per conto dello Stato, interventi assistenziali (pensioni sociali, integrazioni al minimo, assegni di invalidità, ecc.), CIGS in deroga e pensionamenti anticipati.
E’ vero che i contributi dei lavoratori dipendenti non bastano per pagare le loro pensioni?
NO, nel 2011 i contributi versati al Fondo Lavoratori Dipendenti superano di oltre 9 miliardi di euro l’insieme delle pensioni e delle altre prestazioni pagate ai lavoratori dipendenti. Per il 2012 questo attivo era previsto in 12 miliardi prima e senza l’intervento del governo Monti. Al 2011, l’attivo accumulato negli anni era già di circa 120 miliardi, senza interessi e senza contare la rivalutazione per l’inflazione.
Dove finiscono i soldi che avanzano?
Una buona parte finisce ai dirigenti in pensione e ad altre categorie. Il Fondo dei dirigenti d’azienda , autonomo finché era in attivo, confluito nell’INPS nel 2003, ha un passivo di 3,7 miliardi l’anno sia per 2011 che per il 2012.
La pensione media dei dirigenti è di 50.000 euro l’anno, e il totale pagato ogni anno è il triplo dei contributi versati. Il passivo totale accumulato dal Fondo Dirigenti sarà nel 2012 di 22,6 miliardi.
Un’altra parte dei soldi è usata per finanziare gli interventi per conto dello Stato.
Quali sono stati gli effetti delle riforme dal ’95 in poi?
Dal ’96 al 2012 il risultato netto è stato la sottrazione ai lavoratori dipendenti, attraverso l’INPS, di oltre 100 miliardi di euro, pari a più di 6 miliardi l’anno.
E’ vero che le pensioni di anzianità non sono economicamente sostenibili?
NO: Con un salario netto di 1200 euro ogni lavoratore paga ogni mese 800 euro di contributi, di cui 650 per la pensione (150 per le altre prestazioni). Lavorando 40 anni, la restituzione dei contributi versati per la pensione (senza interessi) corrisponde a 1300 euro al mese per 20 anni.
E’ vero che il sistema non può reggere all’aumento della vita media?
NO: Il periodo medio di godimento delle pensioni di vecchiaia è cresciuta dal 2000 a oggi di poco più di un anno, da 17 a 18, e sta crescendo sempre meno; questo effetto incide perciò oggi sul bilancio previdenziale solo per il 6 per cento. Inoltre il numero totale dei lavoratori dipendenti in pensione è circa costante negli ultimi anni. Anche il numero dei lavoratori è stabile e dipende in sostanza solo dalle condizioni e dalla struttura dell’economia, non dalla demografia.
Allora il sistema previdenziale è al sicuro?
Anche se il numero dei lavoratori attivi è stabile, il totale dei contributi versati scende con la diffusione del lavoro precario, che nello stesso tempo fa aumentare le uscite per la disoccupazione. Si può stimare che un 20 per cento di lavoro precario significhi almeno il 10 per cento di riduzione del totale dei contributi. Un effetto anche maggiore viene dal livello dei salari, molto inferiore alla media dei paesi sviluppati. Inoltre l’evasione dei contributi è stimata tra i 30 e i 40 miliardi di euro l’anno.
Soprattutto, Governi e padronato non perdono occasione per far man bassa dei contributi dei lavoratori. I 120 miliardi di attivo accumulato sono spariti, e tutte le riforme che si stanno progettando non servono ad altro che a portar via i soldi dei lavoratori, da dirottare sugli scopi più diversi.

I lavoratori devono avere presente che il conto resta aperto e mantenere come obiettivo permanente la riconquista dei propri soldi e dei propri diritti.


RSU FIOM PIAGGIO

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